Occhi Cantastorie
Quante storie possono raccontare gli occhi di una persona?
Secondo me poco importa se inquadrati da lontano o da vicino, degli occhi che hanno da raccontare non hanno bisogno di vicinanza per fare sentire la loro voce.
Forse è solo una mia impressione, forse gli occhi dei ritratti che faranno parte di questa serie a molti sembreranno muti, inespressivi, forse non avranno nulla da raccontare, anche se io spero che tutti colgano quell'interesse che mi spingerà a realizzare gli scatti di questo mio nuovo lavoro che non ha un limite, una fine. Le foto al suo interno aumenteranno finche sarò certo di aver raccontato me stesso in ogni sguardo di ogni singola persona a cui farò un ritratto, piccole sfumature che mi appartengono e che alla fine racconteranno di me come in un puzzle di volti più o meno sconosciuti...
Secondo me poco importa se inquadrati da lontano o da vicino, degli occhi che hanno da raccontare non hanno bisogno di vicinanza per fare sentire la loro voce.
Forse è solo una mia impressione, forse gli occhi dei ritratti che faranno parte di questa serie a molti sembreranno muti, inespressivi, forse non avranno nulla da raccontare, anche se io spero che tutti colgano quell'interesse che mi spingerà a realizzare gli scatti di questo mio nuovo lavoro che non ha un limite, una fine. Le foto al suo interno aumenteranno finche sarò certo di aver raccontato me stesso in ogni sguardo di ogni singola persona a cui farò un ritratto, piccole sfumature che mi appartengono e che alla fine racconteranno di me come in un puzzle di volti più o meno sconosciuti...
La mia libertà
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I SCATTO MICHELANGELO
Ero completamente assorto e concentrato nell'ascolto
di un concerto di musica classica eseguito da un'orchestra locale
durante la mia prima collettiva fotografica al castello di
Bauso, organizzata dal 7photoclub di Villafranca Tirrena.
Quando è entrato questo ragazzo che ha subito attirato
la mia attenzione fotografica, il suo sguardo, il suo look
e quegli occhi che non facevano che farmi ripetere devo fargli
un ritratto.
Li per li non capivo cosa mi avesse attirato tanto da mettere
da parte la mia famosa timidezza e far si che lasciasse il
posto alla faccia tosta per chiedere ad uno sconosciuto
di poterlo ritrarre.. Poi finalmente ho capito in quegli occhi
in quello sguardo e in quei modi di fare ho visto un po di me
il mio desiderio di libertà di essere, quell'essere naturale senza
nessuna impalcatura costruita dalla società che reprime
quella naturalezza tanto bella e affascinante che rende l'uomo
vero e che mi apparteneva tanto in passato.
questo è il primo scatto della serie e ringrazio Michelangelo
per avermi regalato un po' della sua liberta in quei due minuti
di sessione fotografica e di avermi ispirato questa serie in cui mi
racconto così attraverso volti più o meno sconosciuti
Ero completamente assorto e concentrato nell'ascolto
di un concerto di musica classica eseguito da un'orchestra locale
durante la mia prima collettiva fotografica al castello di
Bauso, organizzata dal 7photoclub di Villafranca Tirrena.
Quando è entrato questo ragazzo che ha subito attirato
la mia attenzione fotografica, il suo sguardo, il suo look
e quegli occhi che non facevano che farmi ripetere devo fargli
un ritratto.
Li per li non capivo cosa mi avesse attirato tanto da mettere
da parte la mia famosa timidezza e far si che lasciasse il
posto alla faccia tosta per chiedere ad uno sconosciuto
di poterlo ritrarre.. Poi finalmente ho capito in quegli occhi
in quello sguardo e in quei modi di fare ho visto un po di me
il mio desiderio di libertà di essere, quell'essere naturale senza
nessuna impalcatura costruita dalla società che reprime
quella naturalezza tanto bella e affascinante che rende l'uomo
vero e che mi apparteneva tanto in passato.
questo è il primo scatto della serie e ringrazio Michelangelo
per avermi regalato un po' della sua liberta in quei due minuti
di sessione fotografica e di avermi ispirato questa serie in cui mi
racconto così attraverso volti più o meno sconosciuti
Passione di vivere
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Si parla spesso di gioia di vivere, voglia di vivere ma pochi danno importanza alla "passione di vivere", ci si potrebbe confondere, a molti potrebbe sembrare la stessa cosa ma non è così.
Quando ci si lascia andare completamente, trasportati dalle folate della vita, quando non si può fare a meno di seguire le strade dell'esistenza, con nulla in tasca, incontro a nuove avventure contro il parere di chi fa della razionalità e della ragione uno stile di vita ecco che subentra la passione.
La vita diventa amore, sorpresa, l'imprevedibile non spaventa più.
Como un lobo que se ejecuta en su bosque sin miedo a lo desconocido*
*Come un lupo che corre nella sua foresta senza paura di ciò che non conosce.
Alì Gregorio, 40 anni Venezuelano nato a Maracay, sin da ragazzino per nulla impaurito da ciò che di nuovo la vita gli ponva davanti.
Cresciuto dai nonni molto protettivi che gli hanno trasmesso un'educazione tradizionalista e vecchio stampo, Alì, nonostante rispetti al massimo sus abuelos* *i suio nonni, dai 16 anni cerca di iniziare la sua passione di vivere e all'insaputa di tutti i suoi parenti, dopo aver passato buona parte della sua vita occupandosi della sorella e del fratello minore, fa domanda per andare a studiare in una scuola lontana da casa.
La sua richiesta di ammissione viene accettata e l'eccitante paura dell'ignoto esercita in lui un''ancor più forte voglia di andare e di partire verso quella sconsciuta tappa.
Purtroppo questo però non avviene, il forte legame e amore nei confronti della nonna lo fa desistere dal seguire il suo primo progetto di vita, promettendo a se stesso che raggiunti i 18 anni avrebbe fatto di tutto per conoscere tutto quello che non si vedeva dalla finestra della casa dei nonni.
Finisce la scuola e comincia ad allontanarsi dalle ali protettrici dei parenti, voglioso di cominciare a vivere con passione continua i suoi studi andando a vivere a Mèrida un paese di montagna, fatto di tradizioni, contadini, splendidi paesaggi e vita sana, un posto con i suoi pro e contro come la totale differenza dello stile di vita che si conduce in una città come Maracay ma questo, invece di scoraggiarlo non faceva che aumentare in lui la voglia di conoscere.
Laureatosi a pieni voti comincia a lavorare come consulente finanziario e grazie a questo lavoro conosce i proprietar di un albergo in un'isola chiamata Chuao che per motivi familiari erano impossibilitati a gestire il lavoro della loro attività e chiedono ad Alì di diventare responsabile dell' Hotel.
Una nuova sfida di nuovo lontano da casa, a 30 anni Alì, criticato da tutti, lascia la sua città per immergersi in un'altra realtà quella di un'isola senza tante strade e che di nuovo lo allontana dalle comodità di una città, ma che lo fa vivere così come piace a lui; libero.
Dopo anni di lavoro in albergo non gli basta più, ha di nuovo fame di conoscenza e così, approfittando di una richiesta di aiuto di sua sorella, che nel frattempo ha sposato un Venezuelano di origini siciliane e si è trasferita in provincia di Messina, lascia la sua bella Venezuela...adesso vive in Sicilia ormai da 4 anni e se potessi descrivere ciò che mi ha raccontato nei minimi dettagli sono sicuro che la descrizione dello scatto renderebbe molto di più...ma mi sono dovuto accontentare delle famose e odiose grandi linee...
Cosa centra con me la passione di vivere di Alì? credo che ognuno ha un modo diverso di delineare la propria passione, l'ignoto mi terrorizza ma anche senza scelte o gesta eclatanti cerco di buttarmi in nuove avventure ogni volta, pur di assecondare la mia voglia di vivere con passione.
Quando ci si lascia andare completamente, trasportati dalle folate della vita, quando non si può fare a meno di seguire le strade dell'esistenza, con nulla in tasca, incontro a nuove avventure contro il parere di chi fa della razionalità e della ragione uno stile di vita ecco che subentra la passione.
La vita diventa amore, sorpresa, l'imprevedibile non spaventa più.
Como un lobo que se ejecuta en su bosque sin miedo a lo desconocido*
*Come un lupo che corre nella sua foresta senza paura di ciò che non conosce.
Alì Gregorio, 40 anni Venezuelano nato a Maracay, sin da ragazzino per nulla impaurito da ciò che di nuovo la vita gli ponva davanti.
Cresciuto dai nonni molto protettivi che gli hanno trasmesso un'educazione tradizionalista e vecchio stampo, Alì, nonostante rispetti al massimo sus abuelos* *i suio nonni, dai 16 anni cerca di iniziare la sua passione di vivere e all'insaputa di tutti i suoi parenti, dopo aver passato buona parte della sua vita occupandosi della sorella e del fratello minore, fa domanda per andare a studiare in una scuola lontana da casa.
La sua richiesta di ammissione viene accettata e l'eccitante paura dell'ignoto esercita in lui un''ancor più forte voglia di andare e di partire verso quella sconsciuta tappa.
Purtroppo questo però non avviene, il forte legame e amore nei confronti della nonna lo fa desistere dal seguire il suo primo progetto di vita, promettendo a se stesso che raggiunti i 18 anni avrebbe fatto di tutto per conoscere tutto quello che non si vedeva dalla finestra della casa dei nonni.
Finisce la scuola e comincia ad allontanarsi dalle ali protettrici dei parenti, voglioso di cominciare a vivere con passione continua i suoi studi andando a vivere a Mèrida un paese di montagna, fatto di tradizioni, contadini, splendidi paesaggi e vita sana, un posto con i suoi pro e contro come la totale differenza dello stile di vita che si conduce in una città come Maracay ma questo, invece di scoraggiarlo non faceva che aumentare in lui la voglia di conoscere.
Laureatosi a pieni voti comincia a lavorare come consulente finanziario e grazie a questo lavoro conosce i proprietar di un albergo in un'isola chiamata Chuao che per motivi familiari erano impossibilitati a gestire il lavoro della loro attività e chiedono ad Alì di diventare responsabile dell' Hotel.
Una nuova sfida di nuovo lontano da casa, a 30 anni Alì, criticato da tutti, lascia la sua città per immergersi in un'altra realtà quella di un'isola senza tante strade e che di nuovo lo allontana dalle comodità di una città, ma che lo fa vivere così come piace a lui; libero.
Dopo anni di lavoro in albergo non gli basta più, ha di nuovo fame di conoscenza e così, approfittando di una richiesta di aiuto di sua sorella, che nel frattempo ha sposato un Venezuelano di origini siciliane e si è trasferita in provincia di Messina, lascia la sua bella Venezuela...adesso vive in Sicilia ormai da 4 anni e se potessi descrivere ciò che mi ha raccontato nei minimi dettagli sono sicuro che la descrizione dello scatto renderebbe molto di più...ma mi sono dovuto accontentare delle famose e odiose grandi linee...
Cosa centra con me la passione di vivere di Alì? credo che ognuno ha un modo diverso di delineare la propria passione, l'ignoto mi terrorizza ma anche senza scelte o gesta eclatanti cerco di buttarmi in nuove avventure ogni volta, pur di assecondare la mia voglia di vivere con passione.
Rapporto con Dio
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Ogni tipo di rapporto va coltivato, va capito ma soprattutto richiede di scendere a piccoli compromessi.
Siamo abituati ai rapporti di amicizia, sappiamo come portarli avanti, ogni amico richiede un diverso processo di nascita e formazione.
Tutti i rapporti umani necessitano di una sola cosa essenziale la comprensione. Ma il rapporto con Dio?
Mi sono sempre chiesto che rapporto ho con Dio, non riesco a definirlo e a dargli una forma. Un'altra domanda che mi pongo è: se i rapporti si basano sulla comprensione, intesa come conoscenza, come si fa ad avere un rapporto con qualcuno che non si conosce nemmeno in modo superficiale?
Alessandra 26 anni, Una ragazza che vanta (beata lei) un profondo rapporto con il Signore.
Ha un legame diretto con il Padre, lo sente ogni giorno, in ogni luogo e in qualsiasi momento, ma il suo grande amore nei confronti di Dio vede i suoi natali nel passato, sin da bambina sente di dover amare Dio perché si sente amata e protetta da lui.
Racconta un'esperienza.
Era molto piccola e una febbre forte e persistente l'aveva ridotta davvero al limite della sopportazione del male. Tra i deliri dovuti alla febbre, sentiva i suoi genitori pregare per la sua guarigione, ricorda di aver sentito una mano poggiarsi sulla sua testa.
Il conforto era così forte e familiare da indurla in un primo momento a pensare che quella mano fosse quella della madre.
Il primo istinto fu quello di chiamare la mamma e chiedere se le avesse messo qualcosa di fresco sul capo per darle
sollievo dalla febbre. La madre le rispose di no, subito dopo portata dalla sensazione di sollievo dal male le misurarono la temperatura e la febbre era calata.
Tempo dopo ricorda che in conseguenza alla varicella che l'aveva colpita in maniera particolarmente pesante, avvertiva un acuto e insopportabile dolore all'orecchio, portandola addirittura alla perdita dell'udito.
Preda di una profonda disperazione invocò quasi d'istinto senza pensarci il nome di Dio chiedendogli aiuto, in quel preciso istante l'orecchio si sturò consentendole di tornare a sentire e calmando il dolore acuto.
La prima vera esperienza che fu causa della sua completa conversione all'amore verso Dio fu quando in anni recenti, uno stato d'animo triste la colpì creandole stati di panico e attacchi d'ansia.
In seguito a questo grande male che si era impadronita di lei, Alessandra sentì forte nel suo cuore la necessità di trovare conforto nel Signore.
Non essendoci terapie che le potessero permettere di guarire da questo grande male, si accorse di trovare sollievo nella preghiera, atto che la faceva sentire piena, che colmava quella sensazione di vuoto che il amle le procurava nell'anima.
In conclusione il suo rapporto con Dio non ha intermediari, il suo rapporto è diretto, ci sono solo lei e il Signore.
L'uomo è peccatore, l'uomo non può fare da intermediario mai, il rapporto è e deve essere diretto con il Padre.
Quando le ho chiesto come immagina Dio, la sua risposta è stata che nessuno può immaginare l'aspetto del Padre, quindi può provare a immaginare l'aspetto di Gesù, immaginandolo come un uomo con l'aspetto di un uomo, ma bellissimo perché la sua natura divina fa di lui un uomo stupendo specchio del suo grande amore.
Infatti alla mia domanda, cosa immagini di vedere negli occhi di Gesù?
la sua risposta immediata è stata
Tanto Amore.
Non sono un modello di credente ne un esempio di fedele, non sono un praticante e sono molto confuso se penso al mio rapporto con una dinvità che sia Dio o chi per lui.
Le parole di Alessandra hanno però aperto uno spiraglio, seppurn non molto grande ma comunque considerevole, in quel grande portone chiuso che ho messo tra me e Dio.
Sarei ipocrita se dicessi che questa esperienza e conoscenza abbia canbiato il mio modo di pensare però di una cosa sono certo, mi sento molto più aperto ad una eventuale discussione spirituale con la figura di Dio come Padre.
Siamo abituati ai rapporti di amicizia, sappiamo come portarli avanti, ogni amico richiede un diverso processo di nascita e formazione.
Tutti i rapporti umani necessitano di una sola cosa essenziale la comprensione. Ma il rapporto con Dio?
Mi sono sempre chiesto che rapporto ho con Dio, non riesco a definirlo e a dargli una forma. Un'altra domanda che mi pongo è: se i rapporti si basano sulla comprensione, intesa come conoscenza, come si fa ad avere un rapporto con qualcuno che non si conosce nemmeno in modo superficiale?
Alessandra 26 anni, Una ragazza che vanta (beata lei) un profondo rapporto con il Signore.
Ha un legame diretto con il Padre, lo sente ogni giorno, in ogni luogo e in qualsiasi momento, ma il suo grande amore nei confronti di Dio vede i suoi natali nel passato, sin da bambina sente di dover amare Dio perché si sente amata e protetta da lui.
Racconta un'esperienza.
Era molto piccola e una febbre forte e persistente l'aveva ridotta davvero al limite della sopportazione del male. Tra i deliri dovuti alla febbre, sentiva i suoi genitori pregare per la sua guarigione, ricorda di aver sentito una mano poggiarsi sulla sua testa.
Il conforto era così forte e familiare da indurla in un primo momento a pensare che quella mano fosse quella della madre.
Il primo istinto fu quello di chiamare la mamma e chiedere se le avesse messo qualcosa di fresco sul capo per darle
sollievo dalla febbre. La madre le rispose di no, subito dopo portata dalla sensazione di sollievo dal male le misurarono la temperatura e la febbre era calata.
Tempo dopo ricorda che in conseguenza alla varicella che l'aveva colpita in maniera particolarmente pesante, avvertiva un acuto e insopportabile dolore all'orecchio, portandola addirittura alla perdita dell'udito.
Preda di una profonda disperazione invocò quasi d'istinto senza pensarci il nome di Dio chiedendogli aiuto, in quel preciso istante l'orecchio si sturò consentendole di tornare a sentire e calmando il dolore acuto.
La prima vera esperienza che fu causa della sua completa conversione all'amore verso Dio fu quando in anni recenti, uno stato d'animo triste la colpì creandole stati di panico e attacchi d'ansia.
In seguito a questo grande male che si era impadronita di lei, Alessandra sentì forte nel suo cuore la necessità di trovare conforto nel Signore.
Non essendoci terapie che le potessero permettere di guarire da questo grande male, si accorse di trovare sollievo nella preghiera, atto che la faceva sentire piena, che colmava quella sensazione di vuoto che il amle le procurava nell'anima.
In conclusione il suo rapporto con Dio non ha intermediari, il suo rapporto è diretto, ci sono solo lei e il Signore.
L'uomo è peccatore, l'uomo non può fare da intermediario mai, il rapporto è e deve essere diretto con il Padre.
Quando le ho chiesto come immagina Dio, la sua risposta è stata che nessuno può immaginare l'aspetto del Padre, quindi può provare a immaginare l'aspetto di Gesù, immaginandolo come un uomo con l'aspetto di un uomo, ma bellissimo perché la sua natura divina fa di lui un uomo stupendo specchio del suo grande amore.
Infatti alla mia domanda, cosa immagini di vedere negli occhi di Gesù?
la sua risposta immediata è stata
Tanto Amore.
Non sono un modello di credente ne un esempio di fedele, non sono un praticante e sono molto confuso se penso al mio rapporto con una dinvità che sia Dio o chi per lui.
Le parole di Alessandra hanno però aperto uno spiraglio, seppurn non molto grande ma comunque considerevole, in quel grande portone chiuso che ho messo tra me e Dio.
Sarei ipocrita se dicessi che questa esperienza e conoscenza abbia canbiato il mio modo di pensare però di una cosa sono certo, mi sento molto più aperto ad una eventuale discussione spirituale con la figura di Dio come Padre.